Lavoro particolare, unico, analizza aspetti della realtà industriale
del Tigullio finora mai analizzati, partendo da una prospettiva
sindacale che interessa direttamente l’autore in quanto
rappresentante, nello stabilimento Fincantieri di Riva Trigoso, la
maggiore realtà industriale del comprensorio, della Fiom-Cgil e,
quindi, inserito nella Federazione lavoratori metalmeccanici fino al
suo scioglimento negli anni Ottanta. Si potrebbe definire il tutto:
autobiografia sindacale, con sconfinamento nei ricordi personali di
vita vissuta oltre la fabbrica. Dalle pagine finali del testo: «Nella
Flm, faticosamente costruita dopo un lungo processo che partiva
dagli anni Sessanta, composto anche di duri scontri tra Fim, Fiom e
Uilm, che all’interno della fabbrica talvolta rasentarono l’odio, si
era trovata una intesa superando le divergenze di carattere politico
e partendo da questioni semplici e concrete: ossia che i lavoratori
fossero bianchi, rossi o verdi, avevano tutti una bocca per mangiare
e una famiglia da mantenere. Ci si batté per un posto di lavoro
migliore da consegnare alle nuove generazioni, una dignità da
difendere, una società più giusta. Qui si costituì l’unità sindacale
e le regole per conservarla: si ottennero risultati impensabili.
Dopodiché si avviò una politica di demolizione della Flm attraverso
la scelta confederale, scatenando il peggiore attivismo in fabbrica
e, all’ultimo, molti furono ben contenti della divisione e del
ritorno di ciascuno in casa propria. Tanti, a causa della scarsa
conoscenza dei fatti accaduti, minimizzarono. Con la fine della Flm
si incrinò pericolosamente la spina dorsale del movimento sindacale
italiano. (…) Si allentò la cinghia di trasmissione tra la società e
la fabbrica, si fermò l’avanzamento sociale dei lavoratori e non si
discusse come prima sui grandi temi della solidarietà al
Mezzogiorno, sui boiardi di Stato (già da tempo infastiditi) e sui
maneggi ai vertici delle aziende pubbliche. Uno stallo si produsse
sul fronte dei diritti civili. Il disagio si manifestò palese tra i
vecchi lavoratori, memori delle esperienze trascorse, delle
divisioni sindacali: la giudicarono una scelta incomprensibile, ma
ormai il movimento si dimostrò inarrestabile».
In sostanza, è delineata la ricerca dell’unità fra i lavoratori e le
varie sigle sindacali, ottenuta soltanto per poco tempo, cioè tra il
1973 e il 1984. Scritto in collaborazione con l’ex sindacalista
Fincantieri Giuseppino Stevanè.
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