STORIA DELLA LIGURIA DURANTE IL FASCISMO
1. Dal «biennio rosso» alla «marcia su Roma»: 1919-1922

Che cosa fu il fascismo? Come avvenne la sua affermazione su scala nazionale e, implicitamente, su scala regionale? Dove nacque il supporto dottrinario che ne formò gli enunciati? E ancora: ebbe un così vasto consenso di massa come la pubblicistica fascista degli anni successivi al 1922 volle far credere? Il libro è nato con l’intento di rispondere a queste domande, per la prima volta con una indagine a «tutto campo», in Liguria, regione che nell’arco di tempo esaminato – dal 1919 al 1922, anno della «marcia su Roma» – rivestì sui piani industriale e commerciale importanza primaria nel paese. Basti pensare, per farsene una sommaria idea, ai complessi Ansaldo (che arrivarono ad impiegare durante la prima guerra mondiale oltre 50.000 addetti), o al porto di Genova, di gran lunga il maggiore scalo del Mediterraneo. Né le altre città – Savona, La Spezia, in misura diversa Oneglia-Porto Maurizio – furono da meno, con retroterra industriali sviluppati e aree portuali dense di traffici. Anche le località di provincia ebbero un loro specifico ruolo. Gli anni rappresentati divennero di grande fermento, con un movimento operaio in cui si era enormemente accresciuto il bisogno di partecipazione, con minoranze trascurate dalle grandi forze del rinnovamento ma che fornirono il necessario supporto alla nascente meteora fascista, con una borghesia costretta a ripiegare nel biennio 1919-1920 sotto l’incalzare dell’azione politica e sindacale delle sinistre, che seppe tuttavia resistere e cominciò a prendersi la propria rivincita convergendo anch’essa, gradualmente, nel fascismo. Il quale, dopo il coinvolgimento attivo del ceto piccolo borghese che ne divenne l’ossatura portante, finì via via per interessare categorie sociali ad esso inizialmente ostili, per esempio operai e contadini, cui corrispose il mesto tramonto delle organizzazioni che fino ad allora ne avevano rivendicato la guida: sindacati, leghe, partiti di massa, che ad uno ad uno subirono una eclissi destinata a durare oltre un ventennio. Non fu naturalmente un processo semplice né indolore; la violenza sistematica divenne anzi una componente fondamentale dello squadrismo, braccio armato del fascismo e da esso inscindibile. Nel presente volume – il primo dedicato ad una Storia della Liguria durante il fascismo di ampio respiro – ogni singolo aspetto è inserito in un quadro complessivo ricavato da una copiosa documentazione, spesso inedita, proveniente da vari archivi e biblioteche italiani, per fornire un utile strumento che aiuti a comprendere un periodo della storia postunitaria tra i più travagliati e difficili e che non mancherà – per il taglio interpretativo e l’organicità delle fonti – di sorprendere.