VARIANTE SOLITUDINI

In estrema sintesi, la storia ha come sfondo un non meglio precisato lago alpino dove il protagonista – che ha 57 anni – trascorre un periodo di vacanza. L’occasione è favorevole per ripensare alla sua vita, dall’infanzia in avanti, per tentare di trarre un bilancio focalizzando le sue trascorse esperienze. Sorta di anarchico cerebrale folgorato fin dall’adolescenza dalla lettura del testo più famoso di Max Stirner, L’unico e le sue proprietà, di cui tenta con risultati variabili di metterne in pratica alcuni principi, piuttosto raffinato, si può definire un “ateo-credente”che ha fatto della solitudine la sua ragione di esistere e della ricerca su se stesso, senza inganni, la motivazione necessaria a proseguire, benché sia conscio del proprio fallimento. Tra l’altro, adoperando il pensiero come azione, l’introspezione come analisi della realtà. Ne risulta un quadro complesso, molto più vicino al nichilismo di Cioran che non all’anarchismo “egoista” di Stirner, benché l’egoismo – inteso come libertà assoluta – compaia spesso. Ovviamente, gli episodi si intrecciano e altre figure compaiono: donne con cui ha avuto rapporti più o meno lunghi, conoscenti occasionali, un unico amico e un personaggio singolare, un possidente disilluso incontrato sul lago, che dopo un approccio sospettoso e inva-dente finisce per rivelarsi una specie di filosofo naturale quanto involontario. Al fondo la solitudine e una critica della società, che ha spesso“trasvalutato i valori”, confondendo volutamente i mezzi con i fini. E forse, come unica deroga, la musica, che da Mozart passando per “i suoni del silenzio” giunge all’espressionismo di Debussy e ai toni “alti di Richard Strauss per chiudersi, ancora, con Mozart e il suo “Don Giovanni”.