PROFILO DELL’AUTORE

Laurea in Scienze politiche, indirizzo storico. Interessato, da sempre, alla storia. Tuttavia, determinante per i successivi orientamenti è stata l’esperienza del servizio militare, compiuta nel 1973. Corpo degli alpini, caserma di Tai di Cadore. Qui, sono entrato in confidenza con i leaders del movimento studentesco genovese, che come me condividevano lo stesso negativo percorso, con i quali ho cominciato a discutere di politica e di storia. Successivo approdo alla militanza politica attiva nel Partito comunista per circa quindici anni, con i primi scritti di storia del territorio, guardando soprattutto ai modelli esistenti: Bloch e Sereni. Giunto tardi alla storia contemporanea, quasi per caso. Infatti, verificato che non esisteva, per il circondario del Tigullio e del suo entroterra, un libro che ne narrasse lo svolgersi dei fatti senza veli e senza retorica, decisi di scriverlo io stesso, affidandomi agli archivi e chiedendo uno sforzo mnemonico a diversi testimoni. Nacque uno spaccato significativo, Sestri Levante 1940-1945: gli anni della guerra – Il Tigullio e il suo entroterra tra fascismo e resistenza, che all’indomani del suo apparire fu subito oggetto di feroci contestazioni, ancora oggi non del tutto sopite. Ho comincito così. Da allora (era il 1997), ho scritto molti altri libri e sono intenzionato a continuare. Il mio metodo di lavoro è semplice, ricordando che il dovere dello storico è quello di ricostruire i fatti, senza peraltro rinunciare alle proprie idee e alla propria cultura: il vaglio critico dei documenti. Non scrivo nulla che non riesca a dimostrare. Controllo accuratamente anche le citazioni. Troppe volte ho riscontrato che episodi descritti da altri, ad un’analisi seria mostravano lacune, imprecisioni o, peggio, errori in qualche caso clamorosi. Nessuna riga dei miei scritti può dirsi una rielaborazione romanzata degli avvenimenti; al contrario, ogni parola corrisponde ad un criterio oggettivo, in modo che un riscontro con le fonti sia sempre consentito. Cerco di avvicinarmi il più possibile alla realtà, che non sempre risulta gradevole o rispondente alle aspettative: il risultato può essere accettato oppure no, ma la sua attendibilità è fuori discussione. Non ho mai adoperato gli strumenti di ricerca con intenti ideologici, che in molta storiografia del passato hanno permesso sbocchi interpretativi ambigui e qualche volta falsi e oggi, nel migliore dei casi, somigliano ad una palese distorsione dei fatti. Ciò, naturalmente, non significa stravolgere l’esistente; significa agire avendo come obiettivo le sole ragioni storiche, che necessariamente vengono a trovarsi assai lontane dai convincimenti di tipo politico. Significa trovare nuovi e affascinanti percorsi, che aiutino a comprendere il presente alla luce del passato. In fondo, questo è l’autentico significato della storia.