Il Pappagallo Rosso
1968: Delitti a Milano

La vicenda – tra il poliziesco in senso classico e il thriller, attingendo alla tradizione di genere e a quella più moderna – si svolge nella città di Milano, e parzialmente a Parigi, tra la fine del 1967 e la metà del 1968. Periodo densissimo di avvenimenti destinati a incidere profondamente sui costumi non solo degli italiani, ma dell’intero mondo occidentale, è trattato intercalando alla storia vera e propria l’accaduto e le sue conseguenze. Occupazioni studentesche, scioperi operai, movimenti pacifisti, guerra del Vietnam, assassinio di Martin Luther King e altro.

È descritto l’impegno di un commissario veneziano, Giuseppe Foscari, capo della mobile milanese, nel tentare di risolvere un caso intricatissimo e in apparenza senza soluzione: l’omicidio, a scadenze irregolari, di tre coppie di cui non si conosce l’identità perché chi ha commesso i fatti ne ha sfigurato i volti rendendone impossibile qualunque identificazione. Foscari, con pazienza e caparbietà, attraverso un mondo di cui neppure sospetta l’esistenza, a poco a poco si fa luce, fino alla rivelazione finale, attorniato da una galleria di personaggi che, in qualche misura e con diverse motivazioni, sono legati ai delitti. E da collaboratori cui non difetta l’abnegazione, nonché da un anatomopatologo – Leonardo Fibonacci, nome e cognome uguali a quelli del matematico pisano – che attraverso le sue consulenze saprà guidare il commissario all’interno di una materia alquanto difficile. Il tutto in una Milano del tempo, descritta in molti dei suoi aspetti caratteristici, evocativi, per rendere il particolare clima del momento; e in una Parigi notturna dalle mille sfaccettature.

Giuseppe Foscari – vedovo, con la passione per la musica classica e operistica e, in questa, per Mozart – poliziotto in cui il questore Marrale (un altro dei nomi di spicco del libro) ripone una fiducia quasi assoluta, risolverà il caso riservando però per sé un ultimo colpo di scena.