GENERALI
E BUROCRATI NAZISTI IN ITALIA: 1943-1945
Gli interrogatori dei vinti
Questo libro, unico nel
suo genere, è reso possibile dalla consultazione delle fonti depositate ai
National Archives and Record Administration (NARA), fondati nel 1934 a College
Park, in Maryland, Usa. Costituiscono l’impalcatura fondamentale del lavoro i
verbali degli interrogatori di importanti gerarchi nazisti e dei loro
subordinati, distaccati dal comando supremo, l’OKW, a operare in Italia tra il
1943 e il 1945. Come recita il sottotitolo, è una storia che si dipana sui
racconti dei vinti, commentati e rivisti; in particolare, dei responsabili di
maggior livello presenti nel paese, come il maresciallo Albert Kesselring, capo
delle forze militari, il generale Karl Wolff, capo delle SS e della polizia,
l’ambasciatore preso il governo di Salò Rudolf Rahn e, per un certo periodo,
Fritz Sauckel, addetto alla spasmodica ricerca di lavoratori da inviare in Germania,
con le buone o con le cattive, cioè attraverso la loro deportazione. A questi
si aggiungono altri personaggi, di importanza variabile, come il generale Siegfried
Westphal, capo di Stato Maggiore del quartier generale tedesco, il colonnello
Ernst Zolling, capo del controspionaggio nello stesso settore, il fiduciario di
Wolff, ovvero l’SS Eugen Dollmann e così via. Ne risulta un quadro composito e
un tragico affresco, che caratterizza una presenza costata alla popolazione
lacrime, sangue e decine di migliaia di caduti. Perché oltre ai citati, che
forniscono la loro testimonianza a Norimberga prima del grande processo, compaiono
nomi tristemente famosi, che hanno già svolto compiti terribili in altri paesi,
contribuendo alla tragedia dell’Olocausto. Parecchi di criminali di guerra,
specie SS; hanno alle spalle colpe incancellabili, e durante la lotta
antipartigiana, senza farsi scrupoli di sorta, sono responsabili di massacri ai
danni di inermi cittadini, di donne e bambini, di stupri, di incendi di paesi,
di deportazioni. Operano con i loro gruppi in qualche misura addestrati allo
scopo, protetti da ordini che ne garantiscono l’impunità qualunque siano i
metodi adottati, cui si aggiungono anche soldati e militi italiani: Decima mas,
Guardia nazionale repubblicana, Brigate nere, reparti delle quattro divisioni
rientrate dalla Germania, che avrebbero dovuto costituire le fondamenta del
nuovo esercito repubblicano e che invece sono spesso impiegati come
rastrellatori al fianco dei nazisti. Poi la guerra termina in Europa, la
sconfitta del Reich è totale e per alcuni – pochi, se si pensa che le sole SS
arrivano a contare, nel 1944, oltre ottocentomila individui – comincia la resa
dei conti. Prigionieri degli Alleati, sono chiamati a rispondere del loro
operato. Non è affatto semplice, per chi li ascolta, stabilire dei punti di
appoggio per il passaggio successivo, il processo. .
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